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Sogni Ovali

Come tutte le mattina mi faccio un po' di rassegna stampa, apro Tempi, poi apro la Bussola e mi leggo un po' di notizie.

Scorrendo mi sono imbattuto in questo articolo in cui si commenta la copertina di Sport Week di sabato.

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Per chi non lo sapesse sabato la copertina del settimanale de La Gazzetta aveva una foto con un bacio tra due rugbisti accompagnati dal titolo "Chi ha paura di un bacio".

Una copertina che definire paraculo è dire poco perchè è facile fare i gayfriendly con gli applausi, i soldi, gli sponsor.

I due uomini fotografati sono giocatori del Libera Rugby Club, squadra gay-friendly. Come se ce ne fosse bisogno. Il rugby è uno sport maschile, non machista, quindi quello che conta è la voglia di fare fatica e di sacrificarsi per la squadra, poi certo, in spogliatoio si fa i cazzari, ma non venite a dirmi che quella è omofobia. Mi stupisco poi come le associazioni lgbt che predicano uguaglianza a destra e a manca, poi approvino iniziative del genere, come se le persone con attrazione omosessuale avessero bisogno di una riserva dedicata a loro per sopravvivere.

Una volta c'erano le squadre femminili e le squadre maschili, oggi ci sono le squadre gayfriendly. Un ulteriore indizio che qualcuno sta tentando di sostituire le differenze sessuali reali con la differenza degli orientamenti sessuali, inventati un centinaio di anni fa e in continuo aumento.


C'erano molti modi di commentare questa vicenda. Quello della Bussola non mi è piaciuto. Le battutine sulla capacità della squadra, sul tentativo di mettere il tutù ai rugbisti e di fondo l'idea che la presenza di persone con attrazione omosessuali nel rugby sia un attentato alla virilità di questo sport. Come se un uomo con attrazione per lo stesso sesso sia meno maschio. Eppure quando mi faccio la doccia è tutto a posto, gli attributi reali ci sono e in diverse occasioni ho dimostrato di avere anche quelli simbolici.

Leggere certe parole è stato un po' come gettare sale su ferite antiche. Forse bruciano perchè in fondo in fondo penso ancora che le mie ferite affettive mi rendano meno uomo. Senza fare una super-cazzola, da un quotidiano cattolico mi aspetterei un po' più di delicatezza nel trattare certi argomenti, tenendo presente che molti uomini con attrazioni omosessuali sentirsi rifiutati da altri maschi è una fonte di grande sofferenza.


Ho provato in due occasioni a giocare a rugby, a 23 e a 25 anni, in entrambi i casi è stato un disastro. Avevo aspettative troppo alte e ho avuto poca pazienza, praticamente ho mollato subito. Comunque mi hanno costretto a guardare in faccia al mio limite, a ridere delle mie pretese assurde e ad accettare il fatto di poter essere un uomo senza pretendere di diventare un bravo rugbista a quasi trent'anni.

Io però a settembre probabilmente ci riprovo ancora. Sicuramente con spirito e pretese diverse, ma ci riprovo. I fantasmi vanno affrontati. E soprattutto i desideri van presi sul serio e uno non può mollare senza averle provate tutte prima con quello che la realtà ti mette davanti. Questione di attributi.








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